ESSERE UMANO : INTENZIONE E TRASFORMAZIONE di Hugo Novotny
Quando parliamo della visione del Nuovo Umanesimo Universalista, stiamo facendo riferimento sia a un particolare sguardo, con i presupposti, le credenze e le concezioni cosmogoniche che lo sostengono, sia al particolare modo con cui tale sguardo vede la “realtà”, il mondo che ci circonda, la storia, il presente e le prospettive del futuro. Nel libro Umanizzare la Terra, Silo chiede “Di quale realtà parli al pesce e al rettile, al grande animale, al piccolo insetto, all’uccello, al bambino, al vecchio, a colui che dorme e a colui che veglia, freddo o febbricitante, sui suoi calcoli o sulla sua paura?”. E poi afferma: “Dico che l’eco del reale mormora o rimbomba a seconda dell’udito che lo percepisce; che se altro fosse l’udito, altro canto avrebbe ciò che tu chiami “realtà”.” Parleremo, dunque, di sguardi e paesaggi.
In ogni sguardo sul mondo e sull’uomo esistono due concetti strutturanti fondamentali: quello di “essere umano” e quello di “coscienza”. Per lo sguardo dell’Umanesimo Universalista l’essere umano non è un animale razionale e neanche un animale sociale. Secondo questo sguardo l’essere umano non si differenzia dai delfini per la complessità e molteplicità del linguaggio; neanche si differenzia dalle api e dalle formiche per la complessità dell’organizzazione sociale. Per l’Umanesimo Universalista l’essere umano è un essere storico, un essere aperto al mondo capace di accumulare esperienza sia personale che sociale; un essere che, nella sua azione sociale trasforma non solo il paesaggio naturale e umano in cui vive, ma anche la sua propria natura. Un essere in sviluppo, ancora incompleto, la cui unica natura è il cambiamento.
La coscienza umana, a sua volta, nella visione dell’Umanesimo Universalista, non è una coscienza passiva che riflette solamente, come uno specchio della “realtà” esterna; non è neanche una specie di spugna che assorbe le conoscenze che gli vengono impartite; meno ancora una coscienza sottomessa e obbediente che fa ciò che gli dicono di fare, che siano ordini, slogan o seduttrici illusioni promosse dai formatori d’opinione. La coscienza umana è attiva, capace non solo di rispondere compensatoriamente agli stimoli del mondo, ma anche di trasformare quel mondo umanizzandolo; capace di riflettere e immaginare, di scegliere e di creare, di modellare futuri grazie alla propria intenzione. La visione dell’Umanesimo Universalista mette in rilievo il ruolo crescente dell’intenzionalità umana nel processo evolutivo planetario, il suo ruolo decisivo di fronte ad ogni momento del bivio storico. Dal nostro sguardo, è l’intenzione di superare il dolore e la sofferenza, di superare i limiti spazio-temporali imposti dal proprio corpo, ciò che dà impulso alla direzione dell’azione umana.
E com’è il paesaggio che vediamo come umanisti nel mondo d’oggi? Purtroppo è tanto grande il disastro… Scusate, sarebbe meglio dire: fortunatamente tanto grande è la crisi che stiamo vivendo, che l’essere umano si sta fermando a pensare. A riflettere e a chiedersi: Dove vado? Dove mi vogliono portare? Dove voglio andare? … A volte perfino si fa più profonda la sua riflessione e si chiede: Chi sono? Chi vogliono che io sia? Che cosa voglio essere e cosa voglio fare della mia vita sulla Terra? Che senso ha la vita? Questo nel campo strettamente personale.
Nel campo psicosociale osserviamo una frattura morfologica nel sistema di valori che ha orientato fino ad oggi il comportamento umano e l’evidente sostituzione con un nuovo sistema. La non coincidenza tra la rappresentazione interna di ciò che è “alto”, come uno spazio dove agiscono esseri dotati di saggezza, forza e bontà, e la realtà sociale percepita, in cui cresce giorno per giorno la sfiducia verso i “potenti” e verso la loro capacità e intenzione di risolvere i problemi che le maggioranze subiscono, ha creato un grande vuoto e disorientamento negli individui e in nei grandi insiemi umani. Un vuoto che sta portando alcuni verso la violenza o il suicidio, la chiusura e la pazzia; mentre in altri inizia ad essere riempito da un nuovo sistema di riferimenti che mette in rilievo il significato del “profondo”. Il “profondo” ci riporta al senso, al riflessivo, all’impegno, l’umanizzante, il sacro nel più ampio senso della parola. Questa nuova morfologia valutativa risuona pienamente con concetti e fenomeni tali come reti, comunità, interattività, autoregolazione, auto-organizzazione, che iniziano a trasformare l’orizzonte psicosociale.
La meccanicità della causa e dell’effetto, la linearità del mondo newtoniano, e anche la prevedibilità della relatività einsteniana, stanno chiaramente cedendo il passo all’universo multidimensionale, crescentemente indeterminato e paradossale, della quantica, del caos e dei sistemi entropici di equilibrio instabile. Nei nuovi paradigmi le leggi sono ormai di concomitanza, di struttura, di ciclo, di superamento del vecchio ad opera del nuovo. In questo nuovo orizzonte il grande attore e vettore della storia è l’intenzionalità umana, nel proprio cammino in spirale evolutiva.
Vediamo: si è pensato per esempio alle conseguenze del fatto che la coscienza umana respinga la linearità del tempo? … insieme con cause ed effetti e altrettante leggi associate a questa illusione. Chiaro, dovranno pensare, allora, le persone di alcuni luoghi, come in Svizzera per esempio, cosa fare… produrre formaggio e cioccolata… e scordarsi degli orologi e delle banche che sono parte della stessa illusione. Mettiamola in un altro modo. La coscienza umana si trova in questi momenti nello sforzo di uscire dalla gabbia della temporalità lineare, scoprendo la simultaneità, la risonanza, la sintonia, come nuove leggi e fenomeni dei sistemi aperti. Cosa che può modificare radicalmente il modo di strutturare la realtà.
E ancora. Si è pensato alle conseguenze del fatto che la coscienza si possa liberare dai legami imposti dai condizionamenti naturali, spaziali e temporali della sua protesi fisica? E non stiamo parlando qui solo degli indiscutibili risultati tecnologici, sottili, come quelli della realtà virtuale, la realtà aumentata o la telepresenza. Ma anche della possibilità, reale, che la coscienza umana, in un atto coraggioso e intenzionale, decida di rompere le contraddizioni interne, consegnare il suo cuore all’amore e alla compassione per tutto ciò che vive, e volare… Guadagnare così sufficiente unità interna per potersi proiettare oltre il corpo e il tempo, senza dissolversi o perdere reversibilità.
Nel campo sociale ci sono alcuni problemi da risolvere. Stiamo vivendo oggi in un mondo complesso, in cui l’entropia sociale cresce in modo accelerato e le vecchie strutture socio-politiche ed economiche esplodono. In questa situazione di indeterminazione crescente, sussistono ancora antichi rancori e fanatismi su un trasfondo generale di irritazione; tutto ciò in un pianeta piagato da armi nucleari, meteorologiche e, presto, se non facciamo qualcosa urgentemente, nanotecnologiche. Una qualunque di esse, e ancora di più tutte insieme, è capace di mettere un punto finale all’esistenza di questo splendido pianeta azzurro, con tutto ciò che porta con sé nel proprio viaggio siderale; e trasformarlo in un nuovo cordone di asteroidi come quello che galleggia inerte tra Marte e Giove, proprio qui, nel nostro stesso sistema solare. In questo meraviglioso processo, sviluppatosi una volta nel cuore di una stella, da cui la catena di carbonio iniziò ad evolvere fino a dar origine alla vita; e questa vita, nella sua avanzata implacabile, arrivò a farsi umana. E in cui, passo a passo, da una totale dipendenza dalle condizioni naturali del medio ambiente, l’uomo raggiunse progressivamente il dominio del fuoco, dell’energia, dei processi fisico-chimici e biologici. E così fino ad oggi, quando non solo ha imparato a produrre e controllare reazioni nucleari (dello stesso tipo di quelle che si producono nel nucleo delle stelle), a controllare il clima, i processi di produzione e riproduzione artificiale della vita; ma si prepara per la manipolazione dei codici genetici, per la trasformazione profonda del proprio corpo e della struttura psichica. In questo meraviglioso, quasi miracoloso, processo di progressi e retrocessioni, ma sempre in ascesa in spirale, siamo arrivati una volta ancora a un bivio. Ci sarà questa volta il diluvio? Ci sarà una glaciazione, un’eruzione vulcanica o un fungo nucleare? Come farà, come farà la vita, la vita umana, per saltare a un nuovo stadio della sua evoluzione?
Nella visione dell’Umanesimo Universalista, l’imperativo di questa epoca cruciale è la resistenza attiva ad ogni forma di violenza, all’interno e all’esterno dell’essere umano. Come in ogni sistema di alta complessità in equilibrio instabile, dove una piccola variazione in una delle sue parti può scatenare il cambiamento totale di stato del sistema, è l’intima scelta di ogni essere umano ciò che definirà, questa volta, il futuro corso della storia. Nella nostra convinzione, la scelta intenzionale rispetto alla direzione cui applicare la nostra forza, la nostra intelligenza, la conoscenza, il sentimento e la capacità di azione e trasformazione, può essere il fattore decisivo in questo preciso momento storico. Nessuno può rimanere indifferente alla scelta che affrontiamo come specie: o scontro, tra culture, tra popoli e tra individui, o convergenza nella diversità. O continuare a perfezionare metodi di dominazione e distruzione, o manifestarsi coraggiosamente per la pace e la nonviolenza in ogni luogo, in ogni paese, in ogni cultura, in ogni continente, alla fine in tutto il mondo.
La cerimonia di impegno etico, una proposta del nostro amato Salvatore Puledda, uno dei fondatori del Centro Mondiale, che ormai non è in questo tempo e in questo spazio, ma che continua a essere molto vivo nei nostri cuori, questa cerimonia che ci proponiamo di realizzare prima della chiusura di questo Simposio, così come l’annuncio della Marcia Mondiale che si farà immediatamente dopo; questa cerimonia e questa marcia possono essere passi risolutivi verso la direzione più costruttiva. Le parole di Silo, dette qui, in questo stesso luogo, ormai 39 anni fa: “Fratello mio: segui regole semplici, come sono semplici queste pietre, questa neve e questo sole che ci benedice. Porta la pace in te e portala agli altri.”
Nient’altro, molte grazie.
Hugo Novotny, hugonov(at)gmail.com
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