Corpo, mente, energia – Paradigmi di una nuova medicina

Elena Fumagalli e Federica Fratini

Ciclo di Incontri “IspirataMente”
Libreria Assaggi – Roma
19 giugno 2012

L’obiettivo di questa conferenza è quello di arrivare a considerare o almeno insinuare il dubbio, che il nostro corpo e la nostra mente non siano semplicemente strumenti, parti di una macchina su cui agire, intervenire, operare in caso di patologie, ma che il corpo e la mente siano parte attiva, fondamentale per la direzione che vogliamo dare alla nostra vita e, nel caso di malattia, una parte della soluzione del problema e quindi di una pronta guarigione. Non solo, prendiamo in considerazione anche “l’energia”, tentando di configurare il nostro essere come un’unica struttura di corpo-mente-energia. L’interesse è quello di proporre un punto di vista che sia utile al nostro benessere, alla nostra salute.

Le definizioni odierne di Medicina Moderna Occidentale e di Medicina Tradizionale e/o Alternativa saranno utili per capire e delineare il tracciato attraverso il quale ci stiamo muovendo.

Si intende per Medicina Moderna Occidentale la nostra medicina convenzionale, i cui principi e le tradizioni scientifiche guidano il sistema sanitario nazionale e quello di buona parte del mondo occidentale. La Medicina Convenzionale si è strutturata a partire da un modello culturale, quello scientifico-materialista che assimila l’organismo vivente a un meccanismo; da ciò lo sviluppo di studi dell’organismo (anatomia), del suo funzionamento (fisiologia) e delle sue disfunzioni (patologie). La pratica della medicina convenzionale richiede una profonda conoscenza della struttura del corpo umano e delle sue dinamiche ordinarie e anomale. Questo approccio si adopera per informare sulla situazione attuale della relazione struttura-corpo (diagnosi) e intervenire per ripristinare il normale funzionamento (terapia) con svariati strumenti, principalmente la terapia farmacologica e chirurgica.

Questa medicina si fonda su alcuni concetti che vengono espressi a partire dal XVII secolo e permangono fino a tutto il secolo scorso.

Vediamone i fondamentali: Cartesio (1596-1650) separa definitivamente la mente (res cogitans) dal corpo (res extensa). L’essere umano, a differenza di tutti gli altri animali, è un essere razionale dotato di una coscienza in quanto sa ragionare e di un corpo che funziona meccanicamente come una macchina. La Mettrie (1709-1759) pubblica L'Homme Machine, manifesto del Biomeccanicismo, nel 1747. Pasteur (1822-1895) comprende che le malattie sono causate da microbi e scopre il meccanismo della vaccinazione e dell’importanza dell’antisepsi e sepsi nelle operazioni chirurgiche. Darwin (1809-1882) scrive la teoria sull'evoluzione delle specie nel libro L'origine delle specie, pubblicato nel 1859. Fleming (1881-1955) identifica la penicillina (negli anni ’40 del Novecento) e contemporaneamente vengono sintetizzati i sulfamidici nell’Istituto Pasteur di Parigi.

Questi avvenimenti, inseriti nel contesto culturale illuministico-positivistico-materialista di quel periodo, strutturano la visione del corpo come una macchina meravigliosa, perfettamente funzionante, che si rompe e si ammala a causa di agenti esterni che vanno combattuti ed eliminati o di mutazioni genetiche sfavorevoli da risolvere. Il paziente è un attore passivo in tutto questo, ma gli avanzamenti scientifici saranno tali da arrivare a prevenire e curare qualsiasi problematica. Da questo modo di intendere il corpo e la malattia nasce la grande industria farmaceutica e la ricerca, sempre più dettagliata, dell’anatomia patologica e della genetica.

Questa visione è fondata essenzialmente su due concetti base: Il determinismo e la concatenazione causa-effetto. È la fisica di Newton!

Nel campo della fisica il XX secolo è stato attraversato dall’immensa rivoluzione della relatività e della quantistica, in cui il sistema di riferimento e l’osservatore prendono parte preponderante nella definizione del fenomeno osservato e nella teoria con cui interpretare l’esperienza; mentre la biologia e la medicina, con un po’ di ritardo e con grande fatica, stanno iniziando solo ora ad accettare questi concetti non deterministici.

Questo passo avanti è stato sollecitato da un grande fallimento della biomedicina e più recentemente dal fallimento del Genome Project. Nel 2000 è stato sequenziato tutto il genoma umano e da esso, seguendo quello che era il dogma della medicina, saremmo stati capaci di determinare tutto il corredo proteomico (il correlato proteico del genoma) e quindi capaci di identificare ogni alterazione, di comprendere i meccanismi molecolari delle patologie e di risolverli. Era un progetto molto ambizioso e, visto che la proteomica è proprio il mio campo di indagine1, ho vissuto la meraviglia del fallimento.

Il dogma della biologia diceva: da un gene (DNA) > a un messaggero (RNA) > ad una proteina, ma non prevedeva che le relazioni potessero essere percorse in senso inverso.

Oggi sappiamo che il range dinamico tra geni e proteine varia di un fattore 104, che le relazioni possono essere percorse in senso inverso, che solo il 5% delle malattie ha carattere genetico e che, fondamentalmente, il genoma non è in maniera assoluta determinante. Lì dove credevamo che avremmo scoperto tutto, ci siamo accorti che stavamo osservando solo la punta dell'iceberg. Negli ultimi 12 anni la proteomica e la bioinformatica hanno prodotto e analizzato yottabytes (1024 bytes) di dati nell'intento di arrivare a vedere tutto l'iceberg. Una mole incredibile di informazioni a cui spesso manca un inquadramento generale e, soprattutto, le relazioni.

Nasce così la System Biology, cioè l'applicazione dei sistemi complessi alla biologia. Finalmente si è compreso come gli organismi biologici, in quanto complessi, non possano essere studiati con un approccio lineare e riduzionista: qualora si potesse arrivare ad ottenere l'informazione molto specifica di tutte le componenti di un sistema, non sarebbe determinata la totale conoscenza dello stesso; mancherebbe comunque la complessa rete di informazioni che lo regola e che è altamente dinamica e variabile secondo le interazioni del sistema con l'ambiente.

Nella “nuova biologia” l’adattamento crescente (ovvero con maggior grado di libertà) all’ambiente, sostiene lo sviluppo e l’evoluzione di sistemi sempre più complessi che si portano dietro gli elementi più progressivi e perdono i fattori limitanti. Si parla di “emergenza” e di “spinta evolutiva”, fattori che non seguono andamenti lineari. Questa evoluzione nella complessità è in gran parte sostenuta dalla co-evoluzione di organismi e/o sistemi interagenti. Nulla evolve di per sé, ma evolve nel suo ambiente, co-evolve. “La cooperazione e la comunità sono in realtà i principi fondamentali dell’evoluzione, oltre che della biologia cellulare” (Bruce Lipton). Il nostro organismo è dato dalla cooperazione di trilioni e trilioni di cellule, alcune si differenziano nella formazione del fegato, altre del cuore, altre dei capelli ecc. Tutte hanno lo stesso codice genetico, ma ricevono informazioni diverse. Ad orchestrare la comunicazione partecipano migliaia di molecole, segnali del sistema nervoso, endocrino, immunitario in una mistica comunità cooperativa.

Ovviamente, passando dalle molecole all’individuo la biologia sistemica diventa eco-bio-sistemica e cioè inserisce nel campo dell’indagine le relazioni tra individuo e ambiente fisico e sociale. Di conseguenza la medicina clinica approda al modello complesso eco-psico-bio-sociale, oggi finalmente accettato, per inquadrare i determinanti delle malattie, in sostituzione del superato modello dell’uomo-macchina. Nasce l'epigenetica, cioè lo studio dei meccanismi molecolari mediante i quali l'ambiente altera il grado di attività dei geni, senza tuttavia modificare l'informazione contenuta, ossia senza modificare le sequenze di DNA. Queste mutazioni, dette epimutazioni, durano per il resto della vita della cellula e possono trasmettersi a generazioni successive delle cellule attraverso le divisioni cellulari, senza tuttavia che le corrispondenti sequenze di DNA siano mutate; sono quindi fattori non-genomici che provocano una diversa espressione dei geni dell'organismo (vedi intolleranze alimentari, allergie, sindromi, tumori).

L’epigenetica affronta anche le alterazioni genetiche attuate dalla ”mente”, dal nostro stato psicologico, dalla nostra coscienza, dalle emozioni e dai comportamenti. Oggi è riconosciuto che l’ambiente, più precisamente le nostre percezioni e interpretazioni dell’ambiente, le nostre credenze e aspettative, controllano direttamente l’attività dei nostri geni.

Gli studi effettuati negli ultimissimi anni sull’ “effetto placebo” da parte di alcuni neurologi, non solo dimostrano che il contesto psicosociale determina un sostanziale cambiamento nel risultato delle terapie, ma soprattutto hanno portato alla definizione del 'principio di indeterminazione': “È impossibile valutare con sicurezza l'origine dell’azione di un agente farmacologico, in quanto la sua azione farmacodinamica è influenzata dall’atto di somministrazione”2. In altre parole, quando un farmaco viene somministrato, lo stesso atto di somministrazione (vale a dire il contesto psicosociale) può perturbare il sistema e modificare la risposta al farmaco.

Il riferimento alla quantistica non è casuale e per arrivare alla Quantum Medicine il passo è breve. Nella Quantum Medicine vengono applicati i principi della fisica quantistica, come non-località, entanglement e salto discontinuo alla coscienza, per arrivare a comprendere meglio la medicina.

Non ci addentreremo in questo aspetto, solo vorrei citare le parole dell’amico Dario Ergas che mi risuonano quando mi addentro in questi campi d’indagine: “A volte si arriva ad intuire che potremmo finanche renderci conto che ciò che chiamiamo realtà non è altro che una costruzione della nostra coscienza, che altro non fa che percepire il riflesso della sua stessa intenzione.”

D’altra parte, tornando ai concetti fondamentali alla base della medicina moderna, non è che la scienza pasteuriana o la teoria di Darwin siano sbagliate: certamente ci sono agenti patogeni da cui difendersi e, certamente, c'è una pressione selettiva o meglio evolutiva da parte dell'ambiente, ma l'accezione deterministica data dal rapporto causa-effetto è estremamente limitante e incapace di dare spiegazione di molti dati empirici. Come nella fisica, non è che la meccanica newtoniana sia sbagliata, ma l’interpretazione che tutto sia determinato e determinabile, sì. Si limita a dare spiegazione di alcuni fenomeni, ma non può spiegarne altri, per i quali è necessario utilizzare visioni molto più complesse che hanno trovato coerenza nelle teorie successive. E così si procede…da eccezione ad una nuova teoria in una spirale crescente di complessità.

Ora tutto questo lo abbiamo osservato sotto forma di “corpo” ed anche se abbiamo parlato di sistema complesso e non più lineare, di effetti dovuti alla “mente”, di epigenetica, stiamo comunque osservando le molecole come “materia”. Ma tutto questo che vediamo, ogni singola reazione chimica che scriviamo, non è semplicemente materia; è al contempo energia. Non esiste reazione chimica che non sia anche uno scambio energetico.

Proviamo quindi a mettere in relazione l’energia che circola nel nostro corpo e le medicine che fanno dell’energia il punto chiave della loro scienza. Le medicine tradizionali maggiormente utilizzate nel mondo e di cui intendiamo parlare oggi, sono le medicine energetiche, dove la parola malattia viene sostituita con squilibrio; l’atto terapeutico viene pertanto praticato nell’ottica di riportare l’individuo allo stato armonico, ripristinando il corretto equilibrio fisico-psichico-sociale.

Con il termine Medicina Tradizionale, si intendono tutte quelle pratiche che affondano le loro origini in tempi così lontani (basandosi su millenni di applicazione e tramandandosi da una generazione all’altra), tanto da non poterne datare la nascita, come la medicina tradizionale indiana o la medicina tradizionale cinese. Nelle medicine tradizionali è impossibile definire i confini tra l’approccio medico, filosofico e religioso; esattamente il contrario di ciò che avviene nelle scienze biologiche e nella medicina odierna in cui si evidenzia un distacco completo dalla religione e da approcci metafisici e spirituali dell’uomo. L’aspetto mistico e religioso è rintracciabile in tutte le scienze antiche ed è affiancato da materie come l’anatomia, la fisiologia e la medicina.

L’OMS definisce le medicine tradizionali come “un complesso di vari interventi sulla salute, di approcci, conoscenze e credenze che riguardano e includono le piante, gli animali e/o le medicine che utilizzano i minerali, le terapie spirituali, le tecniche manuali e gli esercizi fisici; applicate singolarmente o in associazione tra loro allo scopo di conservare il benessere, così come per trattare, diagnosticare o prevenire le malattie”3. Ancora l’OMS definisce il guaritore tradizionale “una persona riconosciuta dalla comunità in cui vive, competente a curare, usando sostanze vegetali, animali e minerali, e altri metodi basati sul contesto sociale, culturale e religioso, così come sulle conoscenze, attitudini e credenze condivise dalla comunità a proposito del benessere fisico, mentale e sociale e delle cause di malattia o invalidità.”4

Semplificando, possiamo definire la medicina tradizionale quale corpus comprendente tutte le pratiche, discipline e conoscenze mediche antiche, proprie di specifiche culture o gruppi etnici, utilizzate con continuità da tempi remoti e quindi preesistenti alla medicina ufficiale contemporanea.

Esempi di Medicine Alternative in cui si evidenzia la relazione tra mente, corpo ed energia

Sono numerose le discipline che lavorano sull’interazione corpo-mente-energia, quali ad esempio l’Agopuntura, la Medicina Tradizionale Cinese, la Medicina Omeopatica e l’Omotossicologia, la Medicina Ayurvedica, i Fiori di Bach, l’Osteopatia, la Riflessologia, la Chiropratica, la Fitoterapia, ma anche la Musicoterapia, la Cromoterapia, l’Aromaterapia, lo Shatsu, l’Idroterapia. Esistono anche forme di guarigione non medicali rivolte più al benessere spirituale come la terapia Reiki, la Meditazione, il Training autogeno, lo Yoga. Infine non si può omettere che ci sono persone che riescono da sole a riequilibrare il complesso mente-corpo-energia ed essere veramente padrone del proprio fisico e della propria mente. Sono persone consapevoli che, con uno stile di vita sano, con abitudini alimentari corrette (seguendo ad esempio la macrobiotica o l’alimentazione personalizzata in base al proprio gruppo sanguigno o altre strade ancora), con il rispetto dei propri tempi, con la possibilità di concedersi momenti per sé e con il riposo a contatto con la natura, sono su una buona strada per mantenere l’equilibrio e un soddisfacente stato di salute.

Ora vedremo in dettaglio solo alcune di queste pratiche, per dare maggiore evidenza a come si può esprimere l’equilibrio mente-corpo-energia. Il criterio con cui sono state scelte le discipline non è in base alla loro diffusione o importanza. Avendo tutte un certo fascino e carisma sarebbe veramente auspicabile conoscerle tutte e avere la capacità di integrarle e utilizzarle per sé o per altri. Sono state scelte in base all’esperienza personale perché direttamente sperimentate o perché utilizzate verso altri come strada alternativa o parallela alla medicina allopatica.

- Fiori di Bach Il Dottor Edward Bach (1886-1936), scopritore di questo metodo di cura, fu un medico che visse tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX in un’epoca dominata dal positivismo scientifico e dal materialismo storico di Marx. Il suo pensiero e il suo metodo contrastano fortemente con l’atmosfera del tempo; egli è infatti convinto che dietro ogni disturbo fisiologico esistano delle turbe emotive, ovvero delle patologie caratteriali e che il dolore derivi innanzi tutto dalla poca conoscenza di se stesso. Per trarre vantaggio dalla floriterapia non è necessario né essere medici, né psicologi. L’unica condizione è la disponibilità a conoscere se stessi, nella nostra duplice composizione di psiche e corpo. È altrettanto importante avere la giusta predisposizione e una forte intenzionalità a ripristinare l’equilibrio originario. La salute e la serenità coincidono con una profonda armonia psicofisica. In questo senso il metodo di Bach deve essere considerato come una guarigione attraverso il riequilibrio interiore della coscienza. Ogni fiore agisce come una sottile vibrazione energetica che scioglie e compensa gli stati bloccati negativi. Bach sosteneva che lo stato d’animo negativo è una delle maggiori cause di malessere dell’individuo e in questo fu un precursore: oggi, infatti, la maggioranza dei medici riconosce e ammette l’origine psicosomatica di molte malattie.

La lunga ricerca di Edward Bach terminò nel 1935, quando riuscì a identificare 38 “guaritori” capaci di curare altrettante alterazioni degli stati d’animo. Questi “guaritori”, come egli li definì, sono essenze floreali. Solo uno non è un fiore, ma è pura acqua di roccia (Water Rock). I 38 rimedi sono raggruppati in 7 insiemi che corrispondono agli stati d’animo negativi prevalenti: la paura, l’incertezza, l’insufficienza di interesse per il presente, la solitudine, l’ipersensibilità, la disperazione, la cura eccessiva per il benessere altrui. Nella floriterapia viene considerata non solo la parte materiale della pianta come in erboristeria, ma anche la parte energetica e il suo interagire con l’uomo dal punto di vista spirituale.

- Medicina Ayurveda Il sistema di medicina indù, meglio noto come Ayurveda, cioè scienza o conoscenza (Veda) della vita (Ayu), ha un origine antichissima, più di 5000 anni fa. Rappresenta probabilmente il più antico sistema di medicina e pratica della salute.

Lo scopo della medicina Ayurveda è quello della salute perfetta del corpo e della mente, attraverso metodi che assicurino l’equilibrio armonico della fisiologia. L’Ayurveda si preoccupa di stabilizzare l’energia individuale creando un punto all’interno di ciascuno, una riserva di energia e di vita alla quale si possa ricorrere ogni volta che se ne senta il bisogno. Il segreto della salute sta nel sapere come comportarsi con il proprio corpo, imparare il controllo di tutte quelle funzioni che richiedono di essere regolate, per poter ottenere una vita felice e produttiva.

Nella medicina Ayurveda, come ogni medicina tradizionale, le cause della malattia non sono da attribuire a microbi o germi patogeni, ma allo stato di squilibrio del corpo umano. Ogni persona è un essere unico con un’irripetibile costituzione di mente e corpo, che porta con sé uno scenario del proprio vissuto che deve essere considerato per un approccio naturale di cura o più semplicemente per correggere uno stile di vita. Il sé, inteso dalla filosofia ayurvedica come la dimensione profonda e intima della nostra natura, è il punto centrale del nostro benessere e regolatore della nostra vita. Lavorare su aspetti di autoconsapevolezza di sé e tirar fuori il meglio di noi sono fondamentali per mantenere uno stato di unità interna.

La filosofia Ayurveda considera ogni realtà dell’universo formata e governata da 5 grandi elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Aria ed Etere. Ogni sostanza del mondo, compreso l’uomo, è composta dalla combinazione di questi elementi. La combinazione tra i 5 elementi genera nell’individuo 3 energie vitali che sono in costante movimento e in equilibrio dinamico l’una con l’altra. Senza le tre energie vitali, la vita non potrebbe realizzarsi, in quanto esse hanno il compito di controllare tutte le attività fisiologiche e psico-fisiche. Le tre energie vitali vengono chiamate vata (Vento, dato dalla combinazione di etere e aria), pitta (Fuoco, dato dalla combinazione di acqua e fuoco) e kapha (Acqua, data dalla combinazione di acqua e terra). L’equilibrio delle tre forze vitali mantiene lo stato di salute.

- Omeopatia Padre della medicina omeopatica fu il medico tedesco Samuel Hahnemann. L’omeopatia può essere considerata l’unica medicina energetica ad essere nata in occidente, anche se idee simili a quelle di Hahnemann si possono ritrovare già in Ippocrate alla fine del IV a. C.

Il principio dell’omeopatia è similia similibus curantur, “cose simili si curano con cose simili”. Il dottor Hahnemann si rese conto che la somministrazione di dosi infinitesimali della sostanza che aveva provocato i sintomi, poteva curare la malattia stessa.

I rimedi omeopatici provengono dal mondo animale, vegetale e minerale. Ogni rimedio viene diluito n ­volte. Le basse diluizioni (5CH-7CH) si utilizzano per curare ciò che è più fisico, le alte diluizioni (30CH-­200CH) vengono utilizzate quando lo squilibrio riguarda più la psiche dell’individuo.

La diluizione può arrivare fino ad un punto in cui non è più possibile trovare, nel rimedio diluito, molecole della sostanza di partenza. Gli omeopati ritengono che, sebbene le molecole della sostanza di base possano non essere più presenti nella diluizione, esse lascino comunque una traccia nella soluzione: una sorta di impronta energetica che conferisce al medicinale omeopatico un potenziale di guarigione.

Gli omeopati ritengono inoltre che sia l’energia del rimedio, piuttosto che il suo contenuto chimico, a stimolare la guarigione attraverso il riequilibrio che pervade l’organismo, la sua forza vitale. Secondo Hahnemann, infatti, alla base di ogni malattia ci sono tre miasmi (Psora, Sicosi e Sifilide). I Miasmi indicano la predisposizione individuale ad ammalarsi. Sono dunque i miasmi ad agire sulla forza vitale determinandone lo squilibrio, causa della malattia. Poiché l’inizio dello squilibrio della forza vitale può essere individuato nell’atteggiamento psicologico, ancor prima che questo si manifesti nel corpo, l’omeopata attribuisce una maggior importanza ai sintomi mentali, piuttosto che ai soli sintomi fisici. Pur ammettendo che i batteri possano essere la causa di alcune malattie, la medicina omeopatica non li stermina a priori, riuscendo comunque a riequilibrare la fisiologia, ripristinando lo stato di salute

- Riflessologia La riflessologia (letteralmente “scienza dei riflessi”) è un massaggio che segue le zone riflesse del piede e della mano. Il termine deriva dal latino reflectere, dove “re” significa ripetere un’azione e “flecto” piegare.

Il massaggio zonale ha un'origine antichissima, che risale a 5000 anni fa; varie testimonianze attestano l'uso di tale metodo in Cina, in India, nella civiltà egizia e in America (sembra infatti da alcune incisioni che tale pratica fosse adottata fin dai tempi delle tribù Incas e Maya).

Dobbiamo aspettare però la fine del 1800 con il medico chirurgo otorinolaringoiatra americano William Fitzgerald (1872-1942) per avere i primi studi scientifici. Nel 1910 tentò di tracciare una mappa del corpo umano attraverso i corrispondenti punti riflessi delle mani e nei piedi. Mappa che venne arricchita e completata con l’intervento di medici e ricercatori negli anni successivi. Alcuni riuscirono ad evidenziare le corrispondenze tra l’aspetto fisico della mano e del piede e gli atteggiamenti psichici ed emotivi del paziente, ipotizzando un collegamento più profondo rispetto a quanto studiato fino ad allora.

Questa terapia consiste nell’eseguire una pressione per stimolare i punti riflessi cutaneo-organici della mano e del piede che si riferiscono agli organi interni; la compressione di un punto riflesso provoca una reazione anatomica corrispondente. È possibile stimolare determinati punti per lenire dolori e tensioni, come i comuni mal di schiena, lombalgie e sciatalgie, emicrania e dolori mestruali, ma anche stimolare la circolazione sanguigna e linfatica e controllare disfunzioni ormonali e umorali.

La regola fondamentale del massaggio zonale è quella secondo cui la periferia (mani e piedi) rappresenta il centro (il resto del corpo). Le mani e i piedi possiedono aree riflessogene sia sul palmo sia sulla pianta, sul dorso e sui bordi. La terapia zonale si basa sul principio secondo cui il nostro corpo viene attraversato da una fitta rete di terminazioni nervose e organi recettori in relazione tra di loro. Gli stati patologici sono identificati come blocchi dell’energia circolante e quindi con uno squilibrio fisiologico. La carenza energetica di un organo porta ad un suo stato di sofferenza fino alla compromissione della sua funzionalità. Gli organi che riflettono meglio sono quelli che presentano una maggiore innervazione, come l’apparato digerente, urinario e genitale e quelli che, se infiammati, provocano dolore acuto, come le orecchie e i denti. Organi pieni come il fegato rispondono con maggiore difficoltà.

CONCLUSIONI L’intenzione di questa conferenza è quella di riscattare il meglio da ogni tipo di medicina moderna o tradizionale. Sottolineando che per entrambe valgono oneri e onori. Ovvero coloro che operano nel campo della medicina, qualsiasi essa sia, dovrebbero avere come interesse centrale ed unico il benessere e la salute delle persone, agendo in maniera coerente, onesta e mai guidata da altri interessi. Non possiamo non sottolineare che oggi tutto il mondo della medicina è compromesso da interessi economici personali e della grande industria.

Per arrivare a definire nuovi paradigmi della medicina è necessario capovolgere l’approccio condizionato dal sistema in cui viviamo e sollevare il coperchio culturale che sta limitando un reale sviluppo delle scienze, della medicina e di molti altri campi che coinvolgono la vita e la società.

Per quanto riguarda il tema trattato, quello che auspichiamo è che si generi un terreno di confronto in cui ogni medicina faccia la sua parte, metta a disposizione dell’insieme le sue tecniche e la sua esperienza millenaria, perché siamo assolutamente convinti che solo tramite uno sforzo sinergico potrà nascere una nuova scienza medica.

Se lo sviluppo tecnologico dell’ultimo secolo ha fatto enormi passi avanti nella comprensione dell’anatomia, fisiologia e patologia, alla base della medicina tradizionale c’è la convinzione che la salute sia uno stato di equilibrio dell’energia vitale e che ad ammalarsi non siano uno o più organi del corpo, ma piuttosto che la malattia sia uno scompenso della forza vitale la quale, nel tentativo di ripristinare il proprio equilibrio, vizia il funzionamento di uno o più organi. Tale principio unifica le varie tradizioni mediche antiche e le più recenti medicine alternative e ci permette di parlare di Medicina Tradizionale come di un'unica realtà con nomi e pratiche diverse, formatasi in epoche e paesi differenti.

Nel mondo della medicina convenzionale, si inizia a parlare di Medicina Energetica, ma ancora non esistono veri finanziamenti per approfondire questo campo d'indagine. Al di là delle credenze di ognuno, il dramma scientifico di questo oscurantismo lo possiamo osservare di fronte alle cosiddette “guarigioni spontanee”, casi terminali che revertono completamente il loro stato di salute. Sono considerate eccezioni. Come i fisici ci insegnano, non possono esserci eccezioni a una teoria; le eccezioni significano che la teoria non è del tutto corretta. È così che Einstein ha completato Newton. Oggi la scienza, come la religione, si limita a mantenere le sue funzioni “formali” e spesso non è nulla di più che tecnologia. Ma come nel campo spirituale, anche in quello scientifico inizia ad alzarsi un clamore, una ricerca di Vera Scienza, una ricerca di Spiritualità nella Scienza, quella spiritualità che cerca la verità al di là dello stabilito, per approdare a conoscenze sempre più ampie e più profonde.

Nascono sistemi di analisi sempre più complessi e tendenzialmente olistici e nel contesto trattato oggi, nasce la cosiddetta Medicina Integrata, in cui si cerca di correlare le informazioni biologiche dei sistemi cooperanti nell'individuo (psicologico, neurologico, endocrino, immunologico) insieme agli elementi psicologici e di “stato interno” definiti da stile di vita, stress, alimentazione, educazione, situazione economica, sociale, relazionale e spirituale.

Questa nuova concezione della biologia umana non considera il corpo un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito. Questa nuova prospettiva è fondamentale per la valutazione dello stato di salute e in ogni processo di guarigione.

Il secolo scorso è stato definito dai biologi il secolo della genetica, dai fisici il secolo della quantistica, ma sia i biologi sia i fisici concordano sul fatto che questo sarà il secolo della complessità. La medicina sarà il risultato delle possibili applicazioni delle conoscenze acquisite nei campi della fisica, della chimica, della biologia, della psicologia, dell'epigenetica e dell'”energetica” ovvero l'unione della medicina tradizionale e delle conoscenze moderne. Nel mettere insieme queste conoscenze stiamo parlando di un sistema di complessità frattale, che difficilmente riusciamo ad immaginare, ma che necessariamente comporta un profondo cambiamento di credenze: si abbatte il muro che separa la materia dall'immateriale, il corpo dalla mente, dall’energia, dall’anima.

Essendo questa l’ultima conferenza di questo primo ciclo di Ispiratamene vorrei provare a trarre una conclusione non solo di quanto detto oggi, ma più in generale.

In quest’epoca post-moderna, caratterizzata dal fallimento del positivismo scientifico, del pragmatismo e del materialismo o di qualsiasi altra ideologia, in quest'epoca di crisi di “senso” si avverte la necessità di passare ad uno stato più evoluto, quindi più complesso, in cui si sintetizzano le conoscenze del passato per ammirare nuovi orizzonti. Cambiano le credenze e riemerge una profonda ricerca di spiritualità.

Sentiamo la necessità e la spinta verso un Nuovo Umanesimo, in cui l’essere umano sia il valore centrale, dove la tendenza ad andare al di là dello stabilito sia la forza centrifuga e centripeta che lo spinge a conoscere, ad evolvere. Un essere umano che necessariamente rifiuta ogni tipo di violenza, che aspira alla coerenza interna facendo coincidere ciò che pensa con ciò che sente e con ciò che fa. Un essere umano che si riconosce creatore dei significati, che riscatta la sua intenzionalità e la sua innata tendenza trascendentale

Riunire corpo, mente ed energia (anima) significa recuperare l'unità dell'Umano e forse questo nuovo paradigma porterà in un prossimo futuro non solo ad una nuova medicina, ma anche a riscoprire l'illusione della mortalità.

Chi è mosso da queste credenze -o forse sarebbe più opportuno dire convinzioni-, chi pratica tecniche ascetiche e accede a stati di coscienza ispirata, ha esperienze che registra come “verità” e che non sono trasmissibili a parole, in quanto sono esperienze. Accedere al punto di controllo dell'energia, arrivare allo stato di coscienza dei grandi svegli o degli sciamani, è forse la spiegazione dei “miracoli fisici”. Questa forza, questa energia può essere controllata e direzionata internamente o essere esternamente proiettata, si può manifestare all'esterno del corpo.

Infine, qualche tempo fa commentando la profonda spiritualità che ispira il Messaggio di Silo, l’autore stesso sosteneva che al corpo è associato un doppio energetico e che dall'energia di questo, attraverso l'unità interna, si possa arrivare a configurare lo spirito, che è ciò che trascende la morte per continuare ad avanzare verso piani più evoluti…

Questa conferenza è dedicata con tutto il cuore e l'amore a Ruggero Russo. Grazie