La Religiosità come motore per una nuova Etica

Fulvio De Vita

1° Simposio Internazionale “Etica della Conoscenza” - Parchi di Studio e Riflessione Punta de Vacas (Argentina)
13 novembre 2008

Prima di tutto vorrei ringraziare la Commissione del Parco di Punta de Vacas che ci ospita e che ha permesso lo svolgimento di questo Simposio in un luogo veramente straordinario. I miei ringraziamenti vanno anche ai Centri di Studi Umanisti che hanno ideato l’incontro su un tema fondamentale come l’Etica e, in particolare, agli amici del Centro Studi di Mendoza, di Santiago del Cile e di Buenos Aires per lo sforzo realizzato.

Tengo a precisare di non essere un esperto nel campo della sociologia o delle religioni comparate, ma solo uno studioso interessato a osservare la grande varietà di fenomeni sociali che si sta sviluppando ogni giorno sotto i nostri occhi, per cercare di comprenderne, almeno in parte, il significato e la direzione.

Una grande forza vive all’interno dell’Essere Umano e nei popoli. Una forza che ha permesso nella storia di superare momenti difficili e produrre grandi salti nell’evoluzione. Un sentimento profondo e potente che alberga nelle profondità di ogni persona. Un sentimento che ha permesso a popoli interi, in situazioni complicate, di lanciarsi nella costruzione di nuove civiltà, lasciandosi alle spalle mondi morenti. Stiamo parlando della Religiosità.

La Religiosità, così come qui la intendiamo, è una ricerca di senso, un orientamento in una direzione trascendente, un atto di ribellione e di libertà. È un atto collegato alla fede, ma che non può essere confuso con alcuna religione in particolare. Essa si esprime piuttosto in atteggiamenti, in movimenti di tipo mistico o sociale, in un clamore che si innalza dai popoli.

Storicamente non è difficile osservare come questo sentimento abbia potuto aprire il cammino dell’evoluzione permettendo, in momenti di profonda crisi nelle diverse civiltà, di modificare sostanzialmente le aspirazioni e i valori di un popolo o di un’intera regione, per generare una nuova etica. A volte questo stesso sentimento si trasformò in religioni millenarie, altre volte si trasformò in civiltà o in sistemi di pensiero, altre ancora rimase vivo nel cuore dell’Essere Umano come una profonda speranza.

Basti pensare allo zoroastrismo in Iran che, contro ogni credenza dell’epoca, stabilì una nuova visione del mondo. Troviamo gli sviluppi di questa antica religione oltre che nell’impero Persiano, anche in seno al Cristianesimo con l’eresia Manicheista, nell’Islam con gli Sciiti e oggi con la religione Ba’hai che, in pochi anni, ha raggiunto oltre sette milioni di fedeli. Possiamo riferirci al Buddismo in India, che trasformò radicalmente le antiche tradizioni, influenzando tutto l’Estremo Oriente e generando numerosissime correnti di cui alcune ancora in forte crescita, come la Soka Gakkai in Giappone e in Europa, il Falun Gong in Cina, perseguitato dal regime cinese, e che contano entrambe ormai milioni di fedeli. Pensiamo anche al Cristianesimo che diede unità all’Occidente e che, ancora oggi, si moltiplica in numerosissime correnti e fedi in tutti i continenti, all’Islam che conta attualmente, forse, il maggior numero di fedeli praticanti e all’interno del quale sono in forte crescita alcune correnti ortodosse e intransigenti.

La nostra osservazione sul fermento della Religiosità non si può fermare solo alle grandi religioni storiche. Senza pretendere un elenco esaustivo, ci interessa mostrare la grande varietà di fenomeni diffusi e destrutturati in cui oggi si sta manifestando, a nostro parere, la Religiosità.

Certamente non stupisce sapere che ancora oggi la pratica religiosa più diffusa è lo sciamanesimo che, oltre alle regioni cui è legato tradizionalmente, prende nuova forza in modo rapido e destrutturato in Europa, in Nord America e in America Latina. Non possiamo dimenticare nemmeno le grandi correnti attuali con caratteristiche religiosoidi come può essere lo Spiritismo e l’Occultismo, il movimento New Age, Scientology, i Testimoni di Geova e tutti quei movimenti, piccoli e grandi, che spesso incontriamo nel nostro ambiente quotidiano.

Si possono anche osservare negli ultimi decenni numerosi fenomeni culturali e sociali che, a ben vedere, hanno sicuramente molte delle caratteristiche cui abbiamo fatto riferimento: la fede in qualcosa che superi lo stato attuale delle cose, la ricerca di senso, la ribellione. Tale è il caso del movimento giovanile degli anni ’60 in cui si sono mescolate, in diverse misure, l’immagine di un ritorno a una sorta di naturale “paradiso perduto”, la ricerca di libertà e la ribellione. Questo fenomeno, lungi dall’essersi estinto, sopravvive ancora nelle nuove generazioni di tutto il mondo. È il caso, anche, della grande proliferazione di avvistamenti degli UFO, entità che vengono da “un altro mondo” e che ci portano la speranza di un futuro luminoso. Centinaia di movimenti di tipo mistico si organizzano preparando l’arrivo dei nuovi déi. Ai margini delle grandi religioni storiche si sviluppano culti verso persone realmente esistite cui si attribuiscono poteri particolari. In Argentina sono noti i casi della Difunta Correa e del Gauchito Gil, cui partecipano centinaia di migliaia di persone. In Italia è eclatante il caso di Padre Pio, ormai seguito e venerato da milioni di persone, tanto che l’anno scorso è stato santificato dalla Chiesa Cattolica.

Possiamo citare anche il caso, forse discutibile, delle tifoserie sportive, in cui la fede per la vittoria della propria squadra si mescola a una sorta di aspirazione verso un nuovo stato. È impressionante osservare come milioni di persone in tutto il mondo seguano con tanta passione gli eventi della propria squadra e come migliaia di atleti siano ormai parte più o meno attiva di gruppi religiosi. Nell’ambito strettamente culturale, i film e libri di fantascienza, in voga negli anni ’60 e ’70, proseguono oggi con vigore nel grande successo del genere fantasy, in cui “altri mondi” si sovrappongono al reale e solo attraverso di essi si superano i problemi di questo mondo. Neanche si può far a meno di notare che molti dei film o delle serie televisive di maggior successo fanno riferimento all’esistenza della vita “al di là” della morte.

La Religiosità dunque ci accompagna e continua a crescere nelle persone e nelle popolazioni, nonostante i media ci mostrino un mondo che sembra fondarsi esclusivamente sulle quotazioni di borsa. Ci accompagna e spinge noi tutti al superamento dei vecchi schemi e delle vecchie morali.

Ovunque si possono osservare i sintomi di tale ricerca, di un’intuizione che, forse, vuole liberarsi dagli stretti abiti di un mondo morente, per stabilire i cammini che l’essere umano potrà ancora percorrere oltre l’assurdo di questo momento storico. Perché non possiamo nasconderci che questo nostro vecchio mondo sia in crisi e che l’Essere umano sia alla ricerca, a volte affannosa e senza una direzione precisa, di ciò che va “oltre”, di ciò che si rivolge al futuro capace di modificare il proprio presente.

Ma non voglio soffermarmi sulla crisi, convinto che tutti noi ne siamo ben consapevoli, nonostante le differenti culture in cui ci è toccato vivere. Voglio piuttosto, e arrivo al punto per me fondamentale, rilevare il fatto che questa grande forza di cui stiamo parlando, la Religiosità, è sempre stata il fondamento di ogni Etica. Ed è proprio da questo sentimento profondo, che oggi si manifesta in tanti modi diversi, che sta nascendo l’Etica della nuova civiltà umana, l’Etica della Nazione Umana Universale.

Affermiamo, quindi, che già esiste la ricerca di una nuova Etica, essa è già in atto, ma diciamo anche che risulta fondamentale che questo “movimento”, questa grande forza in marcia, prenda una direzione evolutiva, una direzione che permetta di superare definitivamente la violenza del mondo in cui viviamo.

Come nei momenti di gran difficoltà e di grande ispirazione nella storia umana, un’immensa forza si è messa in moto. Quale direzione prenderà? Quella del fanatismo e della distruzione? Della superstizione e della magia? Dell’intolleranza e della violenza? Oppure saremo capaci di trasformare le nostre paure, le nostre credenze e i nostri moralismi per scendere in profondità, nel cuore della nostra Religiosità e chiederci: cosa serve veramente all’Essere Umano per essere libero? Quale nuova Etica ci dispone verso il futuro, in modo che modifichi sostanzialmente il presente?

Stiamo parlando dell’Etica della nuova civiltà. Di quell’Etica che darà fondamento indubitabile alle azioni umane, siano esse personali o sociali, politiche o scientifiche, religiose o profane. Stiamo parlando di quell’Etica che affonda le proprie radici nelle più profonde aspirazioni dell’essere umano e che attinge la propria forza dall’esperienza viva del sentimento di Religiosità. Un’Etica che, in primo luogo, si opponga alla violenza in ogni suo aspetto con un atteggiamento profondamente nonviolento e che permetta di saltare al di là di questo momento oscuro della storia, fondando le basi di una nuova civiltà veramente umana. Un’Etica dell’azione coerente, dell’azione valida, il cui fondamento sia la propria esperienza dell’azione; un’etica orientata verso il superamento del dolore e della sofferenza in se stessi e in coloro che ci circondano, verso la crescita della libertà in se stessi e negli altri.

Saremo capaci noi studiosi, politici, donne e uomini di cultura di ascoltare questi segnali e fare la nostra scelta? Potremo dare il nostro contributo sincero alla nascita di una nuova Etica per indicare una direzione di superamento in un momento tanto complesso?

Io credo che questo è il grande compito che ci attende e che non possiamo eludere.

Nient’altro. Molte grazie.

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