Protettorati Entropici

Contributo di Vito Correddu, membro del CSU-Roma, inviato e pubblicato nel sito web dedicato alla manifestazione antirazzista del 17 Ottobre 2009 a Roma (www.17ottobreantirazzista.org).

È passato un anno e ancora una volta, il 17 ottobre a Roma, il mondo dell'antirazzismo decide di scendere in piazza per denunciare il proprio dissenso contro le politiche razziste e xenofobe dell'attuale governo e dei suoi predecessori e per rivendicare nella società il diritto all'esistenza, alla diversità personale e culturale e all'uguaglianza di tutti gli esseri umani. Diritti, questi, negati da leggi profondamente ingiuste che riducono degli esseri umani, che per un puro caso del destino si sono trovati a nascere in zone del mondo violentate da guerre e dalla miseria, ad esser considerati come dei reietti appestati. Esseri umani a cui è vietato avvicinarsi o soccorrere, pena il fatto di esser accusati di favoreggiamento della clandestinità.

Un anno fa nel commentare la manifestazione nazionale antirazzista del 4 ottobre 2008 scrivevamo: «È una manifestazione costruita dal basso, da quelle organizzazioni che umilmente e senza secondi fini si sono adoperate per la difesa dei diritti umani, per la difesa della diversità, trovando nell'umanesimo socialista, cristiano, esistenzialista, anarchico e universalista una fonte di ispirazione per reagire all'ingiustizia e guardare con altri occhi al futuro. È una manifestazione che esprime la diversità, la diversità etnica, religiosa, culturale e politica. Ed è per questo motivo che questa manifestazione continua ad essere taciuta dai mass media e osteggiata dalle grandi sigle sindacali o da quei partiti della “sinistra” che un tempo si trovavano in parlamento.”1)

È passato un anno e si ritorna in piazza ma quelle parole ancora risuonano nell'aria. La buona notizia è che per il 17 ottobre la molteplicità di organizzazioni, partiti, sindacati e individui che si ritroveranno in piazza si è notevolmente ampliata, quella cattiva è che quel sottile, subdolo e nel contempo masochistico ostruzionismo ancora cova nelle menti di qualche burocrate.

La legge del 15 luglio 2009 n.94, più comunemente chiamata “Pacchetto Sicurezza”, istituisce il reato di clandestinità. E' una legge scellerata che ha come obbiettivo quello di rompere gli ultimi vincoli di solidarietà umana. Lo stesso dicasi per i respingimenti nel Canale di Sicilia. Al contrario di come si potrebbe sperare, questi provvedimenti legislativi purtroppo trovano un largo consenso nella società. Una società sempre più decadente che arranca non solo ad arrivare alla fine del mese ma soprattutto nel trovare le risposte ad un mondo che cambia a ritmi sempre più vertiginosi. Di fronte a questo momento di crisi non si levano le voci della ragione, sorgono, invece, i più oscuri razzismi, integralismi e fanatismi.

Già nel 1991, Silo in uno dei suoi scritti analizzava in questo modo la società in cui viviamo: “Prima d’oggi il progresso dell’umanità è stato lento; oggi, però, a causa dei tanti fattori che si sono andati via via accumulando, la velocità del cambiamento in campo tecnologico ed economico non corrisponde più alla velocità di cambiamento delle strutture sociali e del comportamento umano. Un simile sfasamento tende ad accentuarsi e a generare crisi sempre più gravi.”

Da queste poche righe si chiarisce il tipo di disorientamento che la società sta attraversando e nello stesso tempo l'urgenza di una risposta che ci faccia uscire dalla preistoria.

In questo senso l'immigrazione e la diversità nella sulla dimensione più ampia rappresentano non solo un fenomeno che esalta le contraddizioni di questo modello sociale ma anche quell'ariete che sfonda le mura di cinta di concezioni medioevali, di “protettorati” mentali ormai in veloce entropizzazione.

In questo senso la manifestazione nazionale antirazzista del 17 ottobre a Roma acquista un senso molto più ampio che travalica i giochi manipolatori dei piccoli individui senz'anima posti al vertice della congiuntura epocale. È una manifestazione che si proietta al futuro, lasciando dietro di sé la frustrazione e la paura del cambiamento. Una manifestazione che segnerà un altro passo verso la liberazione dell'essere umano dalla violenza e la discriminazione.

1) Tratto da: Attacco alla diversità di Vito Correddu - 14 settembre 2008