Pagina 1 di 1

Fulvio De Vita - Impatto della rivoluzione tecnologica

MessaggioInviato: sab set 22, 2012 2:00 pm
da fulvio
L'impatto della rivoluzione tecnologica

Non c'è dubbio che i progressi tecnologici dell'era moderna stiano offrendo grandi possibilità allo sviluppo materiale dell'essere umano. È sufficiente pensare a quello relativo ai trasporti, alle informazioni, alla medicina, all'agricoltura, ecc. ecc. È un processo di accelerazione iniziato dopo il rinascimento e che in in questo ultimo secolo e mezzo è esploso in una crescita esponenziale.
Ma la scoperta di tecnologia, ossia di strumenti utili ad agire nel mondo (incluso il proprio corpo), non è un fenomeno recente. Nella storia dell'umanità la scoperta e l'utilizzo di strumenti hanno prodotto enormi cambiamenti nel modo di vivere e di pensare. L'impatto della tecnologia sul mondo materiale, psicologico e spirituale dell'essere umano è stato enorme e ha contribuito notevolmente ai salti evolutivi della specie. Troviamo così mitologie dedicate al fuoco protettore (ricordiamo Agni in India), cosmogonie basate sulla metallurgia o sullo sviluppo della ceramica (gli dèi vasai), ecc. Si modificava il modo di agire nel mondo mentre si andava accelerando lo sviluppo e l'ampliamento della coscienza.
Anche se oggi non viviamo più in un mondo “mitizzato”, non è possibile eludere il fatto che, con la crescita esponenziale dell'uso della tecnologia, si stiano producendo simultaneamente cambiamenti radicali nella psiche e nella spiritualità dell'essere umano.
Il fatto di potersi spostare da luogo a un altro in tempi brevissimi, venendo a contatto con culture diverse; il potere ricevere e trasmettere informazioni in tempo reale da ogni luogo del pianeta; il fatto di essere sul punto di potere manipolare la genetica in modo da poter sostituire organi o debellare malattie, per esempio, non può non essere correlato e simultaneo a un ampliamento consistente e accelerato della coscienza.
Cosa sta succedendo veramente nella mente degli uomini?

Durante l'Illuminismo, il secolo dei Lumi, si era pensato che attraverso la tecnologia l'essere umano aveva ormai il controllo assoluto della Natura e di sé stesso, di essere arrivato al culmine dello sviluppo. L'uomo si sentiva il Creatore, perché pensava di aver scoperto il meccanismo dell'Universo.
Oggi questo punto di vista non è più molto diffuso. Gli ultimi progressi scientifici hanno aperto nuove frontiere insondabili in cui ci si inizia a rendere conto che l'euforia ottocentesca era piuttosto un entusiasmo infantile.
Eppure, anche negli ambiti scientifici più progrediti, c'è ancora chi segue quella “visione”. Parlano dell'Intelligenza Artificiale e dello sviluppo dei computer, come la sfida che risolverà ogni problema del mondo. La società, l'economia, la vita delle persone, regolata da sistemi cibernetici artificiali esenti da errori, progredirà senza sosta verso una completa compiutezza e felicità.
Forse, questo grossolano errore è dovuto a una semplice eredità di un mondo scomparso. Oppure, d'altra parte, si sta utilizzando una concezione dell'essere umano piuttosto riduttiva, che non tiene conto della cibernetica biologica e psicologica della coscienza umana, delle sue possibilità e delle sue profondità.
Sostenere che la IA possa sostituire l'evoluzione umana, o che ne sia il suo massimo sviluppo, è come dire che un frullatore possa essere lo chef del migliore ristorante di Parigi.

Quello che è sicuro, invece, è che la rivoluzione tecnologica degli ultimi secoli corrisponde a una modifica sostanziale della mente umana e dei sistemi sociali e di relazione.
Cosa sta succedendo veramente alla coscienza degli esser umani?

Re: Fulvio De Vita - Impatto della rivoluzione tecnologica

MessaggioInviato: lun ott 01, 2012 2:08 am
da gianluca
Molto bello. Ma non c'erano dubbi!
L'esempio che Fulvio fa sulla IA si può traslare anche ad altri casi, ma certo la IA (o meglio il modo in cui alcuni intendono lo sviluppo della ricerca in IA e il ruolo o la funzione che queste acquisizioni potrebbero o dovrebbero avere in futuro, non tanto la IA in se) è rappresentativo di un certo atteggiamento riduttivo nei confronti del 'fenomeno' umano.
D'altra parte gli studi nel campo della IA sono molto interessanti e potenzialmente forieri di importanti comprensioni: il tentativo di replicare o imitare funzioni e capacità umane (per esempio la memoria, le capacità di percezione e associative etc.) porta inevitabilmente a comprendere più in profondità queste capacità e funzioni e a mettere in discussione anche il modo in cui le si immagina definite (è difficile capire cosa intendano per "intelligenza" oramai). Quanto e cosa c'è di meccanico nella mente umana e quanto invece sembra sempre più irriducibile e irraggiungibile direttamente per questa via. E insieme a questo anche la possibilità di avvicinarsi alla comprensione di quelli che chiamiamo i limiti della forma mentale (similmente a quanto fatto, nel campo della logica, da Kurt Gödel).