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La mia sintesi della charla di Grotte - Francesca De Vito

In ques'area possono essere pubblicate le varie sintesi delle riunioni, i riassunti o le sintesi dei libri studiati, le impressioni sul lavoro, le riflessioni e gli apporti al tema della vendetta.

La mia sintesi della charla di Grotte - Francesca De Vito

Messaggioda vito » ven feb 17, 2012 10:59 pm

FDV Sintesi della
“Conversazione con Silo e un gruppo di studio. 06/05/2008 – Grotte
La vendetta, la riconciliazione e il loro fondamento.”

Premessa
Ho effettuato una sintesi della conversazione di Silo a Grotte mettendo in evidenza i
punti che, secondo me, sono più utili per il nostro studio. In fondo riporto le citazioni
punto per punto.
Ho fatto questo lavoro perché leggendo la conversazione mi rimaneva una sensazione
diffusa, come se non riuscissi a focalizzare tutto: prima si parlava di un argomento, poi
un altro, poi si riprendeva il primo, magari aggiungendo qualcos’altro e così via. Allora
ho cercato di ordinare e raggruppare gli argomenti trattati in modo di avere una visione
globale e di razionalizzare meglio il tutto.

Sintesi schematica

CHE COSA STUDIARE? La struttura della vendetta, le radici ed il meccanismo della
vendetta: come si produce, come si muove e come si manifesta nell’insieme sociale e
nel singolo individuo?

CARATTERISTICHE DELLO STUDIO. Accurato, puntuale, in profondità, completo,
omnicomprensivo e sintetico; che descriva l’elemento-radice e che fornisca una specie
di legge universale sul funzionamento della vendetta.

CHE COS’È LA VENDETTA? La credenza che far soffrire colui che ci ha danneggiato (o che
ha danneggiato altri) risolva la nostra sofferenza.

RELAZIONE VENDETTA - CULTURA OCCIDENTALE. La vendetta è fortemente radicata
nella cultura occidentale; le “soluzioni” al tema della vendetta, quando ci sono state,
sono venute da altre riserve culturali.

DOVE CERCARE? Nel Codice di Hammurabi; Giudaismo; Cristianesimo; Islamismo; il
codice penale; la pena di morte; Nietzsche; i miti; Umanizzare la Terra - Lo Sguardo
Interno- La Dipendenza; sperimentare “da dentro”, personalmente, il tema della
vendetta.

LAVORO PERSONALE. Parte dello studio dovrebbe essere improntato su esperienze
personali: come è che si genera in me la vendetta? Da dove viene nella mia coscienza?
Che cosa sperimento?

TRINOMIO VENDETTA-RIVINCITA-VIOLENZA: Silo ne parla spesso insieme come se
fossero fortemente interconnesse, se non una il prodotto dell’altra o la stessa cosa (da
approfondire).

AVVERTIMENTI. Lo studio approfondito della vendetta ci creerà problemi perché ci
mette in conflitto con le radici della nostra cultura; è bene mettersi d’accordo sul
significato dei termini usati e cercare di allentare le tensioni quando si presentano.

IL SUPERAMENTO DELLA VENDETTA: alcuni suggerimenti utili per la vita di tutti i giorni e
come spunto per studi futuri. Per abbandonare la cultura della vendetta devo cercare di
universalizzarmi. Oltre a fissarmi su come compensare il danno subìto, devo chiedermi

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cosa fare quando sono io ad arrecare danno ad altri: riparare doppiamente.
Superare la vendetta è superare il Sistema, trasferire il nucleo di una intera cultura.

COSE CHE HO CAPITO MENO, SU CUI VORREI ESSERE ILLUMINATA: vedi citazioni.

Citazioni punto per punto riportato nella sintesi.

CHE COSA STUDIARE? La struttura della vendetta, le radici ed il meccanismo della
vendetta: come si produce, come si muove e come si manifesta nell’insieme sociale
e nel singolo individuo?

“…il tema della vendetta mi sembra il tema centrale. E per questo porto la parola di
Nietzsche. Perché è il tema centrale quello della vendetta, in tutto quello che poi
succede.”
“…il problema alla radice che è il problema della vendetta non è stato studiato in modo
sufficiente né chiarito in modo sufficiente. Non ancora. … la radice non è risolta.”
“…non abbiamo visto che hanno smontato da dentro il tema della vendetta, la violenza,
la rivincita. Non li abbiamo visti smontare da dentro. E’ un tema che merita di essere
studiato in profondità.”
“…dobbiamo studiare in profondità giustamente il tema della vendetta.”
“Il tema della vendetta dovrebbe essere rivisto in profondità. Non tanto quello che ha
fatto l’altro, perché lo ha fatto… Quello che farò io, o quello che io sento che farò,
o quello che propongo di fare per farla finita con la vendetta. E per farla finita, in
definitiva, con la violenza.”

“…studiare la struttura della vendetta”
“Dovremo studiare la struttura della vendetta.”
“…la struttura basica del tema della vendetta.”
“…studiare in profondità la struttura della vendetta e la struttura del superamento della
vendetta.”

“…ci sarebbe da smontare… quel meccanismo della vendetta.”
“…c’è bisogno di uno studio sul meccanismo della vendetta…”
“…mettere in chiaro il meccanismo della vendetta e da dove viene nella mia propria
coscienza.”

“Come nasce la vendetta nell’insieme sociale e nella testa umana. Qual è la credenza di
fondo che si ha nella testa?”
“Magari potessimo fare un buon lavoro con cui mostrare la radice del problema.
Però se potessimo fare una descrizione fenomenologica del tema della vendetta,
sarebbe spettacolare. Come sono queste radici e come si registra internamente il fatto
della vendetta?”
“…investigare le radici della vendetta..”
“…se vogliamo fare le cose sul serio dobbiamo andare alla radice… abbiamo bisogno di
più profondità di quella che c’è stata fino ad oggi.”
“Se vogliamo fare le cose molto seriamente, molto a fondo, dobbiamo andare alla
radice.”
“…ti dico che questo tema esige uno studio più profondo. E, bene, abbiamo bisogno
di alcuni pensatori di qui, perché no? Che vadano alla radice del tema. Però che bello
sarebbe avere una descrizione della struttura della cosa della vendetta come elemento

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di base, come elemento-radice di tutto quello che poi ne deriva.”
“Semplicemente sottolineiamo la necessità di andare alla radice. Al fondamento.”

“Ci manca il fondamento…”
“…trovare il fondamento. E in questo caso stiamo indicando di studiare il fondamento
del fatto della vendetta. Come si produce? Come si muove? Come si manifesta? Come
si supera?”
“…una specie di legge universale del funzionamento della vendetta e del superamento
della vendetta.”
“Vale la pena come minimo cercare quel fondamento. Perché altrimenti qualunque cosa
può essere sostituita da qualunque altra.”
“Dovremmo fare un piccolo sforzo per cercare quelle radici, che ci permettano di
capire. Perché altrimenti è tutto empirismo, ma senza fondamento.”

CARATTERISTICHE DELLO STUDIO. Accurato, puntuale, in profondità, completo,
omnicomprensivo e sintetico; che descriva l’elemento-radice e che fornisca una
specie di legge universale sul funzionamento della vendetta.

“Insisto in questo. Nell’andare a fondo.”

“…abbiamo bisogno di più profondità di quella che c’è stata fino ad oggi.”

“…ti dico che questo tema esige uno studio più profondo. E, bene, abbiamo bisogno
di alcuni pensatori di qui, perché no? Che vadano alla radice del tema. Però che bello
sarebbe avere una descrizione della struttura della cosa della vendetta come elemento
di base, come elemento-radice di tutto quello che poi ne deriva.”

“…una specie di legge universale del funzionamento della vendetta e del superamento
della vendetta.”

“Però se potessimo fare una descrizione fenomenologica del tema della vendetta,
sarebbe spettacolare.”

“I problemi del fondamento oggi suonano come cose strane, lontane. Suonano a cose
da filosofi, però sono le cose essenziali. I problemi di fondo dobbiamo studiarli alla loro
radice e dobbiamo fare descrizioni complete.”

“…questo tema è da trattare molto globalmente. E’ molto forte il tema, molto
importante. Io direi che è uno dei più importanti.”

“….dovremo dare forma a quella struttura. E questo non te lo daranno semplicemente le
opinioni degli uni e degli altri. Dovrai cercare di raggiungere una sintesi molto grande.”

CHE COS’È LA VENDETTA? La credenza che far soffrire colui che ci ha danneggiato (o
che ha danneggiato altri) risolva la nostra sofferenza.

“Quella credenza profonda di vedere una soluzione nel far patire all’altro quello che

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si crede sia la base della sofferenza. Sembra che la soluzione, dal lato della vendetta,
è quella di far patire all’altro quello che l’altro ha fatto patire a noi stessi o ad altre
persone.
Quindi si sta enfatizzando questo di far soffrire l’altro. Questo è il tema della
vendetta. E in Occidente questo è molto accentuato ed è molto forte.”

“…la credenza per la quale far soffrire l’altro compensa quello squilibrio cosmico che si
è prodotto per l’ingiustizia che l’altro ha commesso..”

“…per questa stessa forma culturale sono obbligato alla vendetta. Perché altrimenti
sento che tradisco anche quelli che sono stati danneggiati..”

“Domanda: Ha a che vedere con meccanismi più raffinati di disumanizzazione cha ha
sviluppato il sistema?
S.: Si, chiaro, è così”

RELAZIONE VENDETTA - CULTURA OCCIDENTALE. La vendetta è fortemente radicata
nella cultura occidentale; le “soluzioni” al tema della vendetta, quando ci sono
state, sono venute da altre riserve culturali.

“Se il tema della vendetta, che comincia nel Codice di Hammurabi e finisce nel
Giudaismo, nel Cristianesimo e nell’Islamismo. E’ parte di un’area culturale il tema
della vendetta.”

“[argomento: Processo di Verità e Riconciliazione, Mandela e l’ubuntu] unicamente
dai governi o da situazioni di potere, che sono appartenuti ad altre culture, non alla
cultura occidentale, si è potuto dinamizzare questo. Però chiaramente questo crea
molti problemi, perché è come rinunciare alla propria cultura, che si basa tra l’altro
sulla vendetta.”

“[FDV: studiare la struttura della vendetta] Ci creerà problemi culturali, perché la
vendetta è alla base di questa [FDV: occidentale] cultura.”

“Questo ci porta molti problemi. Perché se la soluzione di questi temi è basandoci in
altre culture e non negli elementi che stanno nella nostra cultura o nella cultura
degli occidentali, questo è un problema doppio per gli occidentali.
Primo, quello di aver creato quelle situazioni in quei luoghi, e secondo, quello di
non essere riusciti a produrre riconciliazioni con i modelli ideologici della cultura
occidentale.”

“Luther King nella misura in cui si connette col pensiero di Gandhi, di alcuni pacifisti
russi ed altro, può fare la sua cosa, altrimenti no, non sorge da lì. Nemmeno Luther
King e la massa che lo accompagna è un esempio della cultura occidentale. Stiamo
parlando dei neri, come forma sub culturale che ha coesione e che con gran pressione
può decidere situazioni in ragione del suo numero, non un nero isolato che dice delle
cose. Perché si è formata una subcultura negli Stati Uniti, con milioni di persone che
fanno cose.
Così pare che la cultura occidentale in questa materia abbia creato problemi,
onestamente.
Questa cosa è un po’ dura da accettare.”

4

“E’ molto curioso, che le soluzioni in alcuni momenti siano venute da altre riserve
culturali che non sono le riserve culturali dell’Occidente. E’ curioso. E’ altamente
sospetto.”

“E le cose vanno molto oltre la cosa personale, ovviamente ha a che vedere con gli stati,
i governi eccetera. E anche i fatti vanno molto oltre le persone individuali. Si suppone
che i figli portano le colpe dei loro genitori. Ah si? E questo perché si suppone? C’è
molto di questo insito nella cultura occidentale.”

“..chissà se non dobbiamo indagare dentro alla nostra propria struttura mentale questa
cosa della vendetta, che è fortemente incorporata in noi. Nella testa di quelli che si
sentono occidentali, va. E’ fortemente incorporato il tema della vendetta.”

DOVE CERCARE? Nel Codice di Hammurabi; Giudaismo; Cristianesimo; Islamismo; il
codice penale; la pena di morte; Nietzsche; i miti; Umanizzare la Terra - Lo Sguardo
Interno- La Dipendenza; sperimentare “da dentro”, personalmente, il tema della
vendetta.

“…il tema della vendetta.. comincia nel Codice di Hammurabi e finisce nel Giudaismo,
nel Cristianesimo e nell’Islamismo.
“[Il Codice di Hammurabi] E’ il codice che dà norme sociali e religiose, per organizzare
il comportamento sociale. Il Codice di Hammurabi, se mi tagli un orecchio, ti taglio
un orecchio. E’ una forma di compensazione. Se fai un danno, io faccio un danno
proporzionale a quello fatto da te. Se mi tagli una mano, ti taglio una mano. Se mi
uccidi, ti uccido. E così via. Lì comincia un vero sistema di giustizia, giustizia che
possiamo discutere o no, però che comincia nel Codice di Hammurabi.”
“Era molto interessante ed anche molto intelligente a suo tempo, il fatto di poter
determinare che una questione che qualcuno faceva si compensava facendogli a lui lo
stesso, quello che lui aveva fatto.
Codice di Hammurabi e tutto quello lavora lì, con quell’equilibrio molto immediato, una
compensazione molto immediata. E’ stato buono a quel tempo.”
“E ha funzionato molto bene, ed ha fatto strada, perché le cose erano ancora molto
disorganizzate a quel tempo. Però sono state prese quelle radici e tutto quello si è
rafforzato, certo che sì.”
“Però non si è superato il fatto che se qualcuno mi taglia un orecchio, io mi riconcilio
e supero questo tema, no. No. Ora ho il codice, bene. Gli taglio l’orecchio e fine. E’
qualcosa che si visualizza bene.”

“…vendetta travestita di giustizia. Quella forma va attraverso risvolti molto sottili. E si
fa vendetta invocando giustizia.”
“Loredana: Il delitto di onore esisteva nel nostro codice penale.
G.: Se hai ucciso per delitto d’onore hai uno sconto.
S.: Il codice di Hammurabi è quello che si è preso in tutta quest’area. Viene da lì. E’
interessante.”
“Loredana: Anche i codici attuali partono da un concetto di retribuzione, cioè, quanto
più grande è il danno fatto, tanto più forte la pena, più anni di carcere.
S.: Si, si, è di retribuzione. E’ importante il progresso che ha introdotto nel suo tempo.
Ci sono cose che a uno gli sembrano molto mostruose e ciononostante uno si rende conto
del progresso che esse furono nel loro tempo.”

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“Loredana: Stavo riflettendo, che questi codici sociali che fanno della vendetta il modo
di risolvere questi conflitti, queste sofferenze, sono messi con un’intenzione diversa da
quella di risolvere i conflitti, cioè stanno creando un altro tipo di sofferenza, perché è
un sistema, non è una cosa individuale.”

“Quando Nietzsche dice, prima che inizi il secolo XX, nel secolo XIX, come unica
soluzione per l’essere umano salvare l’uomo dalla vendetta. … E’ molto importante il
suo contributo.”

“S.: La pena di morte, chiaro che è accettata. E c’è di più, le fanno una specie di
anfiteatro, di teatrino per i familiari, per far vedere loro come cucinano quell’altro.
Adesso disporremo di circa 20.000 volts, che è sempre interessante in modo che la gente
veda quello che viene fatto a quello che ha danneggiato a quel familiare. Perche questo
è. E in più, che serva di esempio per altri. Così non è solo una pena sociale, ma è un
esempio che si deve dare perché nessuno in futuro possa fare lo stesso.
“Sì, va bene salvare l’uomo dalla vendetta, in certi aspetti sì, in altri no…. Bene! Quello
che ha fatto una cosa, va bene, io lo posso perdonare, però non lo si può perdonare
socialmente perché c’è da dare l’esempio.”
“C’è da vedere come si sente l’altro, ora lo andiamo ad appendere perché ha
assassinato un suo familiare, guardi come lo appendiamo bene, che cosa sente? Che si è
risolto il problema? No dica questo, non si è risolto il problema nella sua testa. Lui potrà
dire ad altri, che, bene, giustizia è stata fatta, però non lo sentirà così. Perché ci sono
quei registri, però socialmente si propone così.
E’ una cosa che non ha soluzione sociale fino a che non si andrà alla radice. Ed è la
radice del sistema.”

Domanda: i miti possono dare una pista per questo?
S.: La possono dare. Però è necessario entrare molto fortemente in questo tema. Questo
bisogna sperimentarlo. Sperimentare da dentro quel tema della vendetta.

Domanda: Però il fondamento non sta nel registro della bontà o della crudeltà?
S.: Si, però quel registro non sarà sufficiente. Perché quando vedi altri che sembra che
non ce l’abbiano quel registro, tu dici: stiamo parlando solamente del mio registro o di
un registro universale? Un registro che si manifesta in tutte le persone? E vedi che alcuni
non hanno nessun problema. A me mi salva avere quel registro, però quello non salva la
situazione. No, è serio il tema.

“Siamo gente sensibile, che prova orrore di fronte a queste crudeltà. Però questo non lo
risolve.
Nello Sguardo Interno si parla di tutto ciò. Di tutto quello che mi fa orrore ma che non
mi resta chiaro cosa è meglio e cosa è peggio. Se hai quel capitolo dello Sguardo Interno
a portata di mano, vedrete che lì già si stava lavorando, tutto quello succede nel primo
giorno credo, nelle prime ore di quel giorno, nella Dipendenza. Sono tutte piccole frasi
che creano problemi, problemi di radice culturale.

LAVORO PERSONALE. Parte dello studio dovrebbe essere improntato su esperienze
personali: come è che si genera in me la vendetta? Da dove viene nella mia
coscienza? Che cosa sperimento?

“B.: ….cominciare una ricerca sulla cosa personale…?

6

“…che cosa si sperimenta quando si crede che vendicandosi si risolveranno i problemi,
[che impediscono la riconciliazione].”

“..chissà se non dobbiamo indagare dentro alla nostra propria struttura mentale
questa cosa della vendetta, che è fortemente incorporata in noi. Nella testa di quelli
che si sentono occidentali, va. E’ fortemente incorporato il tema della vendetta.”

“mettere in chiaro il meccanismo della vendetta e da dove viene nella mia propria
coscienza.”

“Il tema della vendetta dovrebbe essere rivisto in profondità. Non tanto quello che
ha fatto l’altro, perché lo ha fatto… Quello che farò io, o quello che io sento che
farò, o quello che propongo di fare per farla finita con la vendetta. E per farla finita, in
definitiva, con la violenza.”

“…come si registra internamente il fatto della vendetta?”

“…come è che si genera in me quel fatto della rivincita, della vendetta, in generale
della violenza. Com'è che comincia a prodursi nella mia testa, da dentro. Forse posso
prendere esempi da altri che mi danno informazioni, che siano benvenute. Però io
devo arrivare a vedere il nucleo di tutto questo. Quel nucleo tanto pesante, tanto
fondamentale, che sarà necessario trasferire.”

“è necessario entrare molto fortemente in questo tema. Questo bisogna sperimentarlo.
Sperimentare da dentro quel tema della vendetta.”

“Domanda: Forse il problema è proprio questo, che noi rimaniamo attaccati al perché
e al chi ha fatto qualcosa che ci ha fatto soffrire, però quello ci crea soltanto rabbia
e quindi voglia di vendetta. Invece non pensiamo mai all’azione.
S.: Può essere (risate).”

“G.:…Una cosa più generale che abbiamo scoperto è che nella vita normale, quando
succedono queste cose, è come se uno perdesse tutte le coordinate e cadesse come in
un vuoto molto oscuro, nel quale, ce lo hanno detto tutti, sono caduti e sono passati
attraverso l’odio, il risentimento e fino al nonsenso senza sapere che risposta dare,
restando lì per giorni e giorni, o alcuni per anni, in un fondo profondo senza sapere che
risposta dare. [E in un momento alcuni di loro hanno dato risposte differenti. Allora
dicevamo, lì qualcosa succede nella coscienza di quella persona che riesce ad uscire da
quella oscura profondità e riesce a dare una risposta diversa.]”

TRINOMIO VENDETTA-RIVINCITA-VIOLENZA: Silo ne parla spesso insieme come se
fossero fortemente interconnesse, se non una il prodotto dell’altra o la stessa cosa
(da approfondire).

“…non abbiamo visto che hanno smontato da dentro il tema della vendetta, la violenza,
la rivincita.

“…come è che si genera in me quel fatto della rivincita, della vendetta, in generale
della violenza. Com'è che comincia a prodursi nella mia testa, da dentro. Forse posso

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prendere esempi da altri che mi danno informazioni, che siano benvenute. Però io
devo arrivare a vedere il nucleo di tutto questo. Quel nucleo tanto pesante, tanto
fondamentale, che sarà necessario trasferire.”

“Siamo lì, in quel nucleo. La violenza, la vendetta, la rivincita. In nessun modo la
riconciliazione.”

“Il tema della vendetta dovrebbe essere rivisto in profondità. Non tanto quello che ha
fatto l’altro, perché lo ha fatto… Quello che farò io, o quello che io sento che farò,
o quello che propongo di fare per farla finita con la vendetta. E per farla finita, in
definitiva, con la violenza.”

AVVERTIMENTI. Lo studio approfondito della vendetta ci creerà problemi perché ci
mette in conflitto con le radici della nostra cultura; è bene mettersi d’accordo sul
significato dei termini usati e cercare di allentare le tensioni quando si presentano.

“[FDV: studiare la struttura della vendetta] Ci creerà problemi culturali, perché la
vendetta è alla base di questa [FDV: occidentale] cultura.”

“Osservate questo tipo di fenomeni e vedrete la quantità di bastoni fra le ruote che
incontreremo nel cammino.”

“E’ come se alla fine dovessi mettermi contro la cultura da dove provengo. Questo mi da
problemi.”

“…perché ci mette in conflitto con la radice della nostra cultura. Questo è il tema. Ci
mette in conflitto.”

“Andare al fondamento, per quelli che si metteranno in questo, avvisiamo che creerà
problemi. Problemi, perché uno è immerso in una cultura, ha la testa costruita.”

“Però magari vale la pena avere quei problemi.”

“Però vi dico che questo è un tema molto delicato, che ci tocca molto profondamente
alla radice di questa cultura.”

“…[FDV:Normalmente] non si discute questo tema in profondità. Si arriva a certi punti e
non si va più in là, non si vuol muovere molto più in là la cosa.”

“Ci sono cose pre-dialogali, previe ai dettami che si possono produrre in quella
commissione, che si devono chiarire… non dare per scontato che tutti siamo d’accordo
su cosa è la vendetta…”

“Domanda: Un indicatore del fatto che uno sta lavorando bene per smascherare la
radice può essere quando si avverte il paradossale di quel sistema di credenze…Il
registro dell’accorgersi della contraddizione del sistema violento è quando vedo
paradossale il fatto che il figlio si porti dietro le colpe del padre. Questo è paradossale.
Ironia, gioco, come per alleviare, togliere tensione.
S.: Perché no, possiamo avere molti percorsi per entrare.”

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IL SUPERAMENTO DELLA VENDETTA: alcuni suggerimenti utili per la vita di tutti i
giorni e come spunto per studi futuri. Per abbandonare la cultura della vendetta
devo cercare di universalizzarmi. Oltre a fissarmi su come compensare il danno
subìto, devo chiedermi cosa fare quando sono io ad arrecare danno ad altri: riparare
doppiamente.
Superare la vendetta è superare il Sistema, trasferire il nucleo di una intera cultura.

“Mettermi contro la cultura da dove io vengo è, in qualche modo, universalizzarmi
e smettere di essere parte di una cultura, per convertirmi in parte della cultura
universale, dell’essere umano, non di quelli che stanno in una certa area.”

“…se adesso sono io quello che ha fatto il disastro, non l’altro, se sono io quello che fa
il disastro, come faccio per compensarlo? Questa è un’altra domanda. Stavamo appena
pensando come faccio io per compensare chi mi ha fatto un disastro.
Bene, però come faccio io quando produco disastri? Perché anche io li produco. Come
faccio io per compensare ciò. Noi diciamo, in modo molto elementare, per superare
qualcosa che io ho prodotto, qualcosa di fatto male che ho prodotto con altri, cerco
di compensarlo doppiamente. Dovrò mettergli un’altra orecchia. Pieno di orecchie.
Compensare doppiamente quello che faccio io. Perché si suppone che io voglio trattare
l’altro nel modo in cui io voglio essere trattato. Se l’altro ha una deficienza che io gli
ho provocato, io dovrei compensare quella deficienza.

“Però è tutta una struttura culturale e una struttura sociale quello che c’è da
modificare.”
“…il superamento della vendetta è proporsi il superamento del sistema...Sicché
superare il tema della vendetta è superare il sistema stesso. Lottare per superare la
vendetta è lo stesso che lottare contro il sistema e la sua struttura totale.”

“E’ la trasferenza di tutta una cultura.
Se abbiamo delle difficoltà tremende quando vogliamo trasferire un problema che
abbiamo avuto quando eravamo piccoli con un amico, figurati quello che deve essere
trasferire un nucleo culturale. Non si risolve catarticamente. Ci sono differenze tra
una soluzione catartica e una soluzione trasferenziale. Trasferire il nucleo, il nucleo
oppressivo di una cultura è una cosa seria. Ebbene, qualcuno se ne dovrà occupare.”

COSE CHE HO CAPITO MENO, SU CUI VORREI ESSERE ILLUMINATA

1)“Domanda: E la radice della nostra propria cultura ha a che vedere con la struttura
mentale che quella cultura ha generato?
S.: Mi pare di si. Perché ci sono valori espliciti o impliciti, ci sono valori, giudizi, cosa
viene al primo posto, cosa al secondo posto, cosa è meglio, cosa è peggio, cos’è che si
deve fare, cosa non si deve fare, tutto un sistema di attribuzione di valore.”

2)“Domanda: Nelle altre culture non c’è questa forma…
S.: No, no. E’ molto interessante come a un certo punto danno delle regole di
comportamento e fanno tutto un codice penale con quello. E’ fantastico.”

3) È parte del testo de Lo Sguardo Interno che cita Silo nella conversazione: mi

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sfugge la stretta correlazione con il tema della vendetta:

“Non c’è senso nella vita se tutto finisce con la morte. Cominciamo. Allora vuol dire che
se finisce con la morte qualunque cosa che uno faccia non vale per niente. Bene, un po
così si sta proponendo.

Ogni giustificazione che diamo alle azioni, siano esse disprezzabili o eccellenti, è
sempre un nuovo sogno che lascia il vuoto davanti a se.

Dio è qualcosa di non certo. E quindi non ci si può appellare a Dio, bene, è che Dio ci ha
detto di fare tal cosa… e?

La fede … Bene, lo faccio per ragioni di fede, per convinzione. La fede è mutevole come
la ragione e il sogno.

“Ciò che si deve fare” può essere totalmente messo in discussione… Tu devi fare tal
cosa, lo dice la legge, lo dice la giustizia, lo dice il buon senso, si, bene, quello lo
discuto totalmente, non è così il tema… e niente sostiene definitivamente le spiegazioni
date.

Bene, però c’è la responsabilità sociale delle persone, uno per senso di responsabilità
si fa carico del problema degli altri, per esempio. “La responsabilità” di chi si impegna
per qualcosa non è maggiore di chi non si impegna affatto. No, quello che si impegna ha
maggior livello di quello che non si impegna. No, perché? Dobbiamo discuterlo.

Mi muovo secondo i miei interessi, come dicono adesso quelli che tirano bombe
difendendo i loro interessi. Ma che argomento è questo? Come si può parlare così?
E’ mostruoso. Mi muovo secondo i miei interessi e ciò non mi rende un codardo ma
neanche un eroe. Non c’entra niente che io mi muova secondo i miei interessi.

“I miei interessi” non giustificano né squalificano nulla.

“Le mie ragioni” non sono migliori né peggiori delle ragioni altrui.

La crudeltà mi fa orrore… Immaginati uno crudele, uno spietato, ti crea un problema
perfino vegetativo, ti da disgusto morale e fisico. Magari si arrivasse a quella situazione
fisica, in cui l’essere umano possa sentire che rifiuta corporalmente la violenza. Che non
ci paia una cosa tanto strana, questa cosa è possibile. La crudeltà mi fa orrore ma non
per questo è in se stessa migliore o peggiore della bontà. E’ chiaro che mi fa orrore, è
chiaro che mi crea problemi, è chiaro che non aderirò a una simile cosa della crudeltà,
però dove sta il fondamento? Con quale fondamento dico io che la crudeltà è peggio
che la bontà? Quindi uno dice, bene, però se fosse così questo mondo non potrei… Bene,
non lo so, quelle sono conseguenze, però qual è il fondamento. Stiamo parlando del
fondamento, della radice.

Ciò che viene detto oggi, da me o da qualcun altro, non è valido domani. Perché? E’
pessimo. E’ come non pagare i debiti. Ciò che viene detto oggi, da me o da qualcun
altro, non è valido domani. E se lo faccio è per compulsione di altre cose, per obblighi
che cadono su di me, per cose ineludibili che ho in me. Che non posso evitare. Non
perché valga, perché è cambiata la mia visione, allora quello che ho promesso di fare
oggi lo vedo in un altro modo. Quindi se fossi libero di mani non lo compirei.

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Morire non è meglio di vivere o di non essere nato, ma non è neppure peggio. Questo è
un incentivo, nemmeno è peggio.

Scoprii, non per mezzo dell’insegnamento, ma attraverso l’esperienza e la meditazione,
che non c’è senso nella vita se tutto finisce con la morte. Così come inizia.”
vito
 
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